Guida al monitoraggio energetico della produzione

IoTAISoftware

Come implementare un sistema di monitoraggio della produzione in real-time per ridurre fermi macchina e sprechi

Elementi

  • Sensori di corrente
  • Misuratori di energia
  • Gateway IIoT
  • Dashboard di controllo

Tecnologie base

  • Acquisizione dati di corrente, tensione e frequenza
  • Comunicazioni ModBus, Ethernet e storicizzazione dato
  • Software di analisi dei dati

I Risultati

  • Riduzione tempi di produzione
  • Riduzione fermi macchina
  • Risparmio energetico
  • L’importanza del monitoraggio energetico nella produzione manifatturiera

    Introduzione: Perché il monitoraggio energetico è fondamentale per l’industria manifatturiera

    Nel settore manifatturiero moderno, l’energia riveste un ruolo sempre più strategico. I costi energetici incidono in modo significativo sui bilanci aziendali – uno studio stima che nel 2022 l’energia abbia rappresentato circa l’8% dei costi di produzione nell’industria italiana, il doppio rispetto a pochi anni prima (L’impatto della corsa dei prezzi dell’energia sui costi di produzione: settori a confronto tra Italia, Francia e Germania). Di conseguenza, monitorare i consumi della produzione non è più una semplice buona pratica, ma una necessità per mantenere competitività e sostenibilità. Ogni impresa punta all’ottimizzazione produzione riducendo sprechi e inefficienze: in quest’ottica il monitoraggio energetico diventa fondamentale per individuare aree di miglioramento che altrimenti rimarrebbero invisibili.

    Implementare un sistema di monitoraggio continuo dell’energia in produzione significa dotarsi di visibilità in tempo reale su quanta energia viene utilizzata da reparti, linee e singoli macchinari. Questo permette di capire dove si concentrano i consumi maggiori, quali macchine operano in modo inefficiente e dove si generano sprechi. Senza una misurazione dettagliata, molte aziende si affidano solo ai dati del contatore generale, perdendo dettaglio: sapere invece come, dove e quando viene impiegata l’energia consente di prendere decisioni informate. In breve, misurare per migliorare: monitorare l’energia in produzione è il primo passo per ottimizzarla.

    I benefici sono concreti e tangibili: riduzione dei costi energetici, processi più snelli, minori emissioni e un aumento complessivo dell’efficienza operativa. Inoltre, un’analisi attenta dei consumi spesso mette in luce correlazioni dirette tra energia e produttività, fornendo indicazioni preziose su come migliorare la resa delle linee produttive. Nelle sezioni seguenti vedremo come sfruttare al meglio questi dati, dal ruolo dell’Intelligenza Artificiale nell’analisi, all’identificazione dei colli di bottiglia, fino all’energia per pezzo come nuovo indicatore di performance e alla possibilità di upgradare macchine anziane grazie a queste tecnologie.

    Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale (AI) nell’analisi dei consumi energetici

    L’Intelligenza Artificiale gioca un ruolo chiave nel trasformare i dati grezzi di consumo energetico in insight strategici per il business. Un impianto manifatturiero genera continuamente informazioni: sensori IoT possono rilevare in tempo reale parametri come l’assorbimento elettrico dei motori, la temperatura di funzionamento, i tempi di ciclo, ecc. Questa enorme mole di dati, se analizzata manualmente, sarebbe difficile da interpretare. Ecco dove interviene l’AI: algoritmi avanzati di machine learning sono in grado di riconoscere pattern e anomalie nei consumi che sfuggono all’occhio umano.

    Grazie all’AI, un sistema di monitoraggio energetico impara il comportamento tipico di ogni macchina e può quindi segnalare automaticamente quando qualcosa esce dall’ordinario. Ad esempio, se un macchinario inizia a consumare più del normale a parità di output, l’algoritmo può evidenziare questa deviazione: potrebbe essere il sintomo di un componente usurato o di una regolazione non ottimale. Allo stesso modo, l’AI può incrociare i dati energetici con altri indicatori (ritmo di produzione, temperature ambientali, turni di lavoro) e trovare correlazioni non ovvie.

    Alcuni esempi di come l’AI applicata al monitoraggio energetico può aiutare le aziende manifatturiere:

    • Rilevamento di anomalie: algoritmi di AI individuano picchi di consumo o cali improvvisi, segnalando in tempo reale guasti incipienti o utilizzi anomali delle apparecchiature. Ad esempio, un assorbimento anomalo di corrente potrebbe indicare un attrito eccessivo in un motore o un problema di lubrificazione.
    • Manutenzione predittiva: analizzando lo storico dei consumi, l’AI può prevedere quando una macchina ha bisogno di manutenzione. Se un robot o una pressa mostrano un lento aumento del consumo energetico per pezzo prodotto, potrebbe significare che componenti critici si stanno degradando. Intervenire prima del guasto significa evitare fermi macchina imprevisti e costosi.
    • Ottimizzazione dei carichi e della produzione: i sistemi AI possono suggerire come redistribuire i carichi di lavoro tra più macchinari per livellare il consumo energetico, evitando picchi durante le fasce orarie di punta (quando l’energia costa di più) e sfruttando le fasce a tariffa minore. Possono anche simulare scenari (“what-if”) per capire l’impatto energetico di un cambiamento produttivo, ad esempio l’introduzione di un nuovo turno o di una nuova linea.
    • Decisioni strategiche data-driven: aggregando i dati, l’AI fornisce report e KPI comprensibili al management. Si possono identificare le linee meno efficienti dal punto di vista energetico e pianificare investimenti mirati. Ad esempio, se una certa macchina incide in modo sproporzionato sui consumi rispetto alla quantità di prodotto che realizza, l’azienda può valutare se conviene sostituirla con una più moderna o aggiornarla.

    In sintesi, l’AI trasforma il monitoraggio energetico da semplice raccolta dati a sistema esperto di supporto alle decisioni. Non ci si limita a vedere cosa sta accadendo, ma si capisce il perché e si ricevono indicazioni su come migliorare. Questo porta il monitoraggio a un livello superiore: da operazione tecnica a leva strategica per la competitività.

    Monitoraggio dell’energia e ottimizzazione della produzione

    Un sistema di monitoraggio energetico ben implementato non solo riduce le bollette, ma diventa anche uno strumento per ottimizzare la produzione stessa. Ogni macchina, infatti, ha un proprio “profilo energetico” che riflette il modo in cui opera. Analizzando questi profili possiamo capire molto sul funzionamento reale degli impianti.

    Per esempio, consideriamo una macchina utensile o una pressa: consumerà una certa quantità di energia per avviarsi, poi avrà un consumo stabile durante la lavorazione e infine un consumo minimo in fase di standby. Se confrontiamo l’energia consumata con la produzione ottenuta, otteniamo un indicatore chiamato energia per pezzo. Questo parametro ci dice quanta energia è stata necessaria per produrre una singola unità di prodotto. Ridurre l’energia per pezzo significa rendere la produzione più efficiente (meno costi e meno sprechi per ogni unità fabbricata).

    Come si può utilizzare questo dato? Immaginiamo due linee di produzione che realizzano lo stesso articolo: se la Linea A consuma 10 kWh per produrre un lotto di 100 pezzi e la Linea B ne consuma 15 kWh per lo stesso quantitativo, è evidente che la Linea A è più efficiente dal punto di vista energetico. Potremmo allora studiare perché la Linea B consuma di più: magari macchine più vecchie, o tempi morti maggiori, o setup meno ottimizzati. Monitorare i consumi specifici per macchina e per prodotto consente di individuare queste differenze e agire di conseguenza. In alcuni casi, interventi semplici come una migliore regolazione dei parametri macchina, la sostituzione di utensili usurati o un cambio nella sequenza di produzione possono abbassare sensibilmente i consumi senza impattare la produttività.

    Un altro aspetto cruciale è la relazione tra consumo energetico e OEE (Overall Equipment Effectiveness), l’indice che misura l’efficacia totale di un impianto considerando disponibilità, performance e qualità. Integrando i dati di monitoraggio energetico con l’OEE, l’azienda ottiene una visione a 360° dell’efficienza. Ad esempio, un calo dell’OEE dovuto a micro-fermi macchina potrebbe manifestarsi anche come spreco energetico: macchine che restano accese ma ferme continuano a consumare corrente inutilmente. Al contrario, un miglioramento dell’OEE attraverso la riduzione dei fermi e l’aumento della velocità effettiva si rifletterà in un consumo energetico più produttivo (più pezzi per kWh speso). In pratica, monitoraggio energetico e OEE vanno a braccetto: l’uno fornisce l’informazione sul come viene utilizzata la macchina (consumo), l’altro sul quanto bene viene utilizzata (efficacia produttiva). Combinati, aiutano a individuare inefficienze nascoste e opportunità di ottimizzazione della produzione che altrimenti rimarrebbero sconosciute.

    I risultati di un approccio integrato non tardano a manifestarsi. Progetti realizzati in ottica Industria 4.0 hanno dimostrato miglioramenti significativi: ad esempio, l’implementazione di sensori IoT e analisi AI ha portato in un caso a ridurre del 25% il consumo energetico insieme a un calo del 45% dei fermi macchina e del 30% dei tempi di produzione (TechMakers - Ottimizzazione della Produzione con IoT e AI). Questo significa che agire sui consumi non solo fa risparmiare energia, ma rende anche più snella la produzione, con macchine attive solo quando servono e processi più fluidi.

    Riduzione dei colli di bottiglia tramite i dati energetici

    Oltre al risparmio diretto, il monitoraggio energetico offre un altro beneficio cruciale: aiutare a individuare e ridurre i colli di bottiglia nel processo produttivo. Un collo di bottiglia è quella fase o macchina che limita la capacità dell’intera linea, rallentando la produzione complessiva. Identificarlo non è sempre immediato, soprattutto in impianti complessi con molte variabili in gioco. I dati energetici forniscono però indizi preziosi per mappare l’andamento reale della produzione.

    Come funzionano questi indizi? Immaginiamo una linea composta da più macchinari in sequenza (ad esempio, taglio, lavorazione, assemblaggio, finitura). Se il macchinario X è il collo di bottiglia, tenderà a lavorare sempre al massimo della sua capacità, mentre i macchinari a monte accumuleranno materiali in attesa e quelli a valle resteranno talvolta fermi in mancanza di pezzi da lavorare. Dal punto di vista energetico, vedremo che X consuma energia in modo costante e elevato, mentre le macchine successive mostrano consumi più intermittenti (accensione e spegnimento, o fasi di standby prolungato). Questo pattern suggerisce che X sta rallentando tutto il flusso. Al contrario, se una macchina a monte è troppo lenta, potremmo notare consumi molto bassi (ferma spesso) in quella fase e consumi irregolari più a valle (perché le macchine successive hanno attese irregolari di materiale in ingresso).

    Tramite la dashboard di monitoraggio, è possibile visualizzare in tempo reale questi andamenti. Alcuni sistemi permettono di sovrapporre i grafici di consumo di più macchine: se si osserva che quando la Macchina A è accesa la Macchina B è spenta, e viceversa, potrebbe significare che B è costretta ad aspettare i pezzi lavorati da A (un segnale di collo di bottiglia in A). Intervenendo su quel collo di bottiglia – ad esempio potenziando la Macchina A, aggiungendo un secondo macchinario in parallelo, o ottimizzando il processo a monte – si riequilibria la linea, facendo lavorare tutte le stazioni in modo più uniforme. Ciò elimina tempi morti e aumenta la produttività senza aggiungere necessariamente nuove risorse, semplicemente sfruttando meglio quelle esistenti.

    Inoltre, il monitoraggio continuo può rilevare inefficienze di processo più sottili. Ad esempio, cicli di lavoro non sincronizzati tra reparti differenti possono creare accumuli di semilavorati (Work In Progress) che significano non solo spazio occupato e capitale immobilizzato, ma anche sprechi energetici (macchine che riscaldano materiale poi fermo, luci e impianti accesi in reparti in attesa di input, ecc.). Analizzando i consumi energetici totali e segmentati per area, l’azienda può scoprire ad esempio che ogni giorno alle 15:00 c’è un calo di consumo in un reparto e un picco in un altro: perché? Forse il reparto a monte finisce la lavorazione di un lotto e il successivo non parte subito, lasciando macchine accese inutilmente altrove. Identificando questi disallineamenti, si possono modificare i programmi di produzione o la logistica interna per eliminare tali colli di bottiglia nascosti.

    In conclusione, i dati energetici fungono da sensori virtuali dello stato di salute del processo produttivo. Leggere tra le righe di un grafico dei consumi può svelare problemi organizzativi o tecnici che, una volta risolti, sbloccano capacità produttiva aggiuntiva e migliorano anche indicatori come l’OEE (poiché diminuiscono i fermi e aumenta l’utilizzo effettivo delle macchine). Ancora una volta, ciò dimostra che l’energia non è un fattore isolato, ma intimamente collegato all’efficienza operativa.

    Caso pratico: una pressa con pause anomale svela un problema di layout

    Per capire concretamente come il monitoraggio energetico possa aiutare a migliorare la produzione, consideriamo un caso reale accaduto in un’azienda manifatturiera. L’azienda in questione aveva installato un sistema di monitoraggio intelligente su diverse macchine, tra cui una grande pressa utilizzata nello stampaggio di componenti metallici. Dall’analisi dei dati sono emersi comportamenti inaspettati: la pressa mostrava pause anomale durante la giornata, ovvero periodi in cui il consumo energetico calava drasticamente indicando che la macchina rimaneva ferma più del previsto. Queste interruzioni non risultavano nei piani di produzione e inizialmente non avevano una spiegazione tecnica immediata (la pressa era nuova e funzionava bene dal punto di vista meccanico).

    Grazie al monitoraggio in tempo reale, il responsabile di produzione ha notato che tali pause si verificavano soprattutto in determinate fasce orarie e duravano qualche minuto ciascuna, abbastanza da impattare sia la produttività che l’energia per pezzo (ogni stop richiedeva poi un riavvio della pressa, con ulteriore consumo). Inizialmente si è ipotizzato un problema di impostazione della macchina o di approvvigionamento del materiale grezzo. Approfondendo l’analisi, si è deciso di correlare i dati energetici con quelli logistici, scoprendo il vero motivo: il layout dello stabilimento stava ostacolando la movimentazione dei materiali con i muletti (i carrelli elevatori). In pratica, la pressa andava in attesa perché il materiale da lavorare non arrivava in tempo: i muletti dovevano compiere un percorso tortuoso nel capannone e spesso dovevano attendere che altri mezzi liberassero i passaggi stretti.

    Questa scoperta è stata illuminante. Un problema che sembrava tecnico (la pressa che si ferma) era in realtà organizzativo/logistico. Senza i dati di monitoraggio energetico, la causa del collo di bottiglia avrebbe richiesto molto più tempo per essere individuata, magari con lunghe osservazioni in reparto o dando la colpa a falsi problemi. Invece, i grafici di consumo hanno subito fatto vedere quando e per quanto la pressa restava inattiva, indirizzando la ricerca della causa a fattori esterni alla macchina.

    Una volta identificato il problema, l’azienda ha potuto intervenire rapidamente: ha ridisegnato il layout del magazzino e delle linee di alimentazione della pressa, creando corridoi più larghi e percorsi più diretti per i muletti. Dopo questa modifica, le pause anomale sono praticamente scomparse. La pressa ora lavora in modo continuo come previsto, con un consumo energetico più costante e un output maggiore. Questo ha portato benefici immediati: aumento della produttività giornaliera, riduzione dei tempi di attraversamento dei materiali e minor stress sia per gli operatori logistici che per le macchine (che non subiscono più arresti e ripartenze frequenti).

    Il caso della pressa dimostra come il monitoraggio energetico in produzione possa rivelare inefficienze nascoste che non riguardano necessariamente la macchina in sé, ma l’ecosistema in cui opera. È un esempio concreto di approccio data-driven: i dati guidano l’individuazione del problema e le decisioni correttive, con risultati tangibili in termini di ottimizzazione produzione e risparmio.

    Upgrade dei macchinari esistenti tramite il monitoraggio energetico

    Molte imprese manifatturiere operano con macchinari datati che, pur robusti e ancora produttivi, non sono nativamente dotati di sistemi di monitoraggio digitale. La buona notizia è che non serve acquistare solo macchine nuove per beneficiare del controllo dei consumi: esiste la possibilità di upgradare macchine anziane integrandole in un sistema di monitoraggio energetico avanzato. In altre parole, anche impianti di vecchia generazione possono diventare più “intelligenti” grazie a sensori e dispositivi aggiuntivi.

    Come funziona in pratica l’upgrade? Si possono installare sensori IoT (ad esempio trasduttori di corrente non invasivi, sensori di potenza, termocoppie, ecc.) sulle linee elettriche e sulle parti critiche delle vecchie macchine. Questi sensori raccolgono informazioni sul consumo istantaneo, sulle vibrazioni, sulla temperatura e altri parametri di funzionamento, inviandoli a una piattaforma centrale di monitoraggio. In questo modo, il macchinario anziano viene connesso al sistema informativo dell’azienda come qualsiasi macchina moderna. I dati raccolti consentono di valutarne le prestazioni e l’efficienza in tempo reale, evidenziando opportunità di ottimizzazione.

    Grazie a questi insight, l’azienda può migliorare e ottimizzare le macchine più datate in vari modi:

    • Regolazioni e manutenzione mirata: se il monitoraggio mostra che una vecchia macchina consuma troppo in certe fasi, si può intervenire regolando parametri operativi o effettuando manutenzioni specifiche (ad esempio sostituendo componenti usurati, lubrificando meccanismi, tarando meglio i sistemi di riscaldamento). Un calo graduale di efficienza viene subito notato e si può agire prima che diventi un problema serio.
    • Adozione di componenti a risparmio energetico: i dati potrebbero indicare che un motore elettrico di una macchina degli anni ‘90 assorbe molta più corrente di un equivalente moderno. In questo caso, si può valutare l’installazione di un motore ad alta efficienza o di un inverter (variatore di frequenza) per modulare la velocità, riducendo i consumi. L’investimento nell’upgrade viene guidato dai numeri: se il consumo per pezzo di quella macchina è eccessivo, l’intervento di retrofit avrà un ritorno economico misurabile.
    • Riprogrammazione dei cicli di lavoro: alcune macchine datate non ottimizzano i consumi perché seguono cicli fissi nonostante carichi variabili. Con il monitoraggio, ci si accorge se la macchina resta accesa inutilmente a vuoto o in attesa tra un ciclo e l’altro. In molti casi è possibile modificare la logica di funzionamento (ad esempio introducendo modalità standby automatiche o spegnimenti temporizzati) per eliminare sprechi senza intaccare la produttività.
    • Integrazione nei sistemi di fabbrica: una volta raccolti, i dati delle macchine anziane possono essere inviati al sistema centrale (MES, ERP o piattaforme cloud) per essere analizzati insieme agli altri. Ciò significa che anche le vecchie risorse diventano parte dell’ecosistema digitale aziendale. Si può così calcolare l’OEE includendo tutti i macchinari, vecchi e nuovi, e capire davvero quanto incidono sui risultati complessivi. Se un macchinario vecchio ma critico causa troppi fermi o consumi elevati, emergerà chiaramente dai report comparativi, supportando la decisione di un eventuale rimpiazzo o ulteriore aggiornamento.

    In sostanza, il monitoraggio energetico funge da ponte tra le tecnologie legacy e l’Industria 4.0. Consente di valorizzare gli asset esistenti, spesso frutto di importanti investimenti negli anni passati, portandoli a uno standard più alto di efficienza. Un impianto misto di macchine nuove e anziane, tutte monitorate e ottimizzate, può raggiungere performance notevoli senza l’onere finanziario di una sostituzione completa del parco macchine. Questo approccio graduale all’innovazione è molto apprezzato in ottica di sostenibilità economica: si migliora dove serve, guidati dai dati, e si ottengono risultati misurabili sia in termini di riduzione dei consumi che di aumento della produttività.

    Conclusioni

    In conclusione, il monitoraggio energetico in ambito manifatturiero si è rivelato un fattore abilitante fondamentale per la competitività e l’efficienza. Attraverso la raccolta e l’analisi intelligente dei dati, le aziende possono ottimizzare la produzione, ridurre i costi operativi e migliorare l’OEE, il tutto aumentando la sostenibilità delle operazioni. Come abbiamo visto, i vantaggi vanno ben oltre il risparmio in bolletta: si tratta di rendere i processi più snelli e reattivi, eliminare colli di bottiglia, valorizzare anche macchinari di vecchia generazione e prendere decisioni basate su fatti concreti anziché su supposizioni.

    Per le imprese che vogliono restare al passo coi tempi, investire in sistemi di monitoraggio energetico e analisi dei dati (magari sfruttando IoT e AI) è un passo sempre più obbligato. I risultati positivi ottenuti in vari casi di studio confermano che queste tecnologie possono portare a miglioramenti significativi in tempi brevi, spesso con ritorni dell’investimento notevoli.

    Prossimi passi

    La tua azienda sta già sfruttando il monitoraggio energetico? Vuoi scoprire come applicarlo concretamente e quali benefici potresti ottenere? Per approfondire il tema e vedere un esempio reale di monitoraggio e ottimizzazione in tempo reale, ti invitiamo a visitare la pagina web: TechMakers - Ottimizzazione della Produzione con IoT e AI dove troverai un case study dettagliato. Non perdere l’opportunità di vedere come l’analisi dei consumi energetici può trasformare la produzione e contribuire al successo della tua impresa.

    IMPLEMENTAZIONE RAPIDA E NON INVASIVA

    L'implementazione di un sistema di monitoraggio intelligente segue un percorso strutturato che minimizza l'impatto sulle operazioni esistenti. Il processo inizia con l'installazione di sensori di corrente e misuratori energetici non invasivi sulle macchine critiche, un'operazione che si integra nei normali intervalli di manutenzione. Questi dispositivi si collegano a un gateway industriale che agisce da centro di raccolta dati, comunicando attraverso protocolli standard come ModBus ed Ethernet. Il sistema traduce automaticamente questi dati in informazioni actionable, visualizzate su dashboard intuitive accessibili da qualsiasi dispositivo. L'approccio ottimale prevede un'implementazione in due fasi: una settimana per l'installazione hardware e una per la configurazione software e training del personale. La strategia vincente è partire da una linea pilota, validare i risultati e poi estendere gradualmente la soluzione.

    GESTIRE LE SFIDE CON CONSAPEVOLEZZA

    Tuttavia, è fondamentale essere consapevoli delle sfide tipiche di questi progetti per garantirne il successo. La resistenza al cambiamento del personale operativo richiede un piano di formazione mirato e il coinvolgimento precoce degli operatori. L'integrazione con sistemi legacy può presentare complessità tecniche che vanno affrontate con un'accurata fase di assessment iniziale. La qualità e l'affidabilità dei dati sono cruciali: occorre pianificare attentamente il posizionamento dei sensori e la loro manutenzione periodica. Inoltre, la cybersecurity rappresenta un aspetto critico che va gestito fin dalle prime fasi, implementando protocolli di sicurezza robusti per proteggere i dati sensibili della produzione. La gestione di queste criticità richiede un partner esperto che abbia già affrontato e risolto queste sfide in contesti industriali simili.

    Hai un idea, un progetto, un esigenza di cambiamento ?

    Scopri come possiamo aiutarti a raggiungere risultati simili con una soluzione personalizzata per la tua azienda